lunedì 13 maggio 2024

Conosciamo l’haiku: quattro componimenti di Buson

 La giornata di ieri è finita,

anche quella di oggi sene va -

la primavera

La poesia di Buson che ho scelto è, secondo me, un esempio perfetto della natura effimera e del continuo fluire del tempo, temi centrali nella poesia haiku. L'haiku di Buson cattura l'essenza della transitorietà con una semplicità disarmante, evocando un senso di malinconica bellezza nel passaggio delle stagioni. La primavera, simbolo di rinascita e nuova vita, si allontana lasciando dietro di sé un vuoto, proprio come i giorni che, inesorabilmente, finiscono. Questo haiku può essere interpretato come un invito a riflettere sulla fugacità dei momenti felici e sull'importanza di apprezzarli pienamente mentre sono presenti. Buson, con poche parole, ci ricorda che ogni giorno è prezioso e che la bellezza della natura, seppur passeggera, è un dono da custodire nel cuore.

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Ancora più solo 

dell'anno scorso - 

crepuscolo autunnale.

L'haiku evoca un senso di solitudine che si intensifica con il passare del tempo, particolarmente palpabile nel momento di transizione che è il crepuscolo autunnale. La ripetizione dell'esperienza solitaria, "ancora più solo dell'anno scorso", suggerisce una riflessione profonda sull'isolamento e sul cambiamento interiore. Il crepuscolo autunnale, con le sue sfumature calde ma fugaci, diventa una metafora della vita che, sebbene possa sembrare statica, è in realtà in costante movimento verso il declino. Questo haiku può essere visto come un invito a meditare sulla nostra relazione con il tempo e con la natura, che, nonostante la sua bellezza, ci lascia spesso con un senso di malinconia per ciò che abbiamo perso o che sta per svanire. Buson, maestro nell'arte dell'haiku, ci regala poche parole cariche di emozione, capaci di toccare l'anima e di risvegliare la consapevolezza della nostra effimera esistenza.

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Radioso splendore 

del sole sulle pietre - 

che landa desolata!

L'haiku è un vivido contrasto tra la vivacità della luce e la desolazione del paesaggio. Il "radioso splendore del sole" illumina le pietre, simbolo di una bellezza austera e duratura, mentre la "landa desolata" rappresenta un ambiente vuoto e privo di vita. Questo haiku parla della capacità della natura di essere allo stesso tempo crudele e magnifica, mostrando come la luce possa rivelare la solitudine di un luogo. La scelta delle parole di Buson enfatizza la dicotomia tra luce e vuoto, tra presenza e assenza, invitando il lettore a riflettere sulla bellezza che si può trovare anche nelle scene più desolate. È un'esortazione a cercare la luce anche quando ci si trova in mezzo alla desolazione, a riconoscere che anche nei momenti più bui, ci può essere uno splendore che attende solo di essere visto.

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Ho fatto del mio braccio un cuscino, 

e amo il mio corpo, 

nel vago chiarore lunare.

Questo haiku di Buson trasmette un senso di pace e accettazione di sé. "Ho fatto del mio braccio un cuscino" parla di una semplicità confortante, di trovare riposo e contentezza nelle piccole cose, come l'uso del proprio braccio come cuscino. L'amore per il proprio corpo "nel vago chiarore lunare" riflette un'intima connessione con la natura e con se stessi. La luce della luna, tradizionalmente associata alla contemplazione e alla trasformazione, qui illumina delicatamente, suggerendo un momento di tranquilla introspezione. Questo haiku invita a celebrare la propria esistenza, a riconoscere la bellezza e il valore nell'ordinario e nel quotidiano. Buson ci ricorda che ogni aspetto di noi stessi e del mondo che ci circonda merita di essere amato e apprezzato, specialmente sotto la guida silenziosa della luna.

I componimenti sono tratti dal libro Haiku, a cura di L. V. Arena, BUR

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